Mamme Reloaded, intervista a Valentina Rossi
Dopo la pausa estiva, più cariche che mai, le nostre Mamme Reloaded sono tornate!
Questa settimana vi presento Valentina Rossi, co-fondatrice di FattoreFamiglia, mamma di tre bambini e moglie di Maxi: cinque cuori curiosi di mondo (a destra nella foto, insiema alla sua socia Marta). Ex consulente rampante pentita, con doppio diploma e fresca di seconda laurea in scienze dell’educazione, ha dato vita, insieme a Marta Ferrari, a FattoreFamiglia, www.fattorefamiglia.com Portale, Radio e Community che promuove concretamente progetti di sostegno alla genitorialita’, di supporto alla comunicazione genitori-figli e di rafforzamento delle reti territoriali per le famiglie, di promozione della conoscenza interculturale come scambio e connessione con esperienze culturali differenti.
Quando e perché hai deciso di dare una svolta alla tua vita professionale?
Giovane e rampante laureata, aiutata dall’era della bolla di Internet, mi sono lanciata nel mondo della consulenza strategica in una grossa società americana. Era un lavoro che conservava alcuni tratti stile anni ’80 in termini di rampantismo e orari dei meeting…giusto per specificare, parlo comunque del 2000. Negli anni ’80 iniziavo la scuola elementare! Per un pò è durato ma mi sono presto resa conto che non era lo stile, ma soprattutto la sostanza di lavoro che volevo fare: la fatica e l’impegno non mi hanno mai spaventata, ma non ho mai amato trovarmi travolta da “l’inevitabile flusso degli eventi e degli stereotipi”. Da allora, le mie scelte lavorative sono sempre state legate alle mie priorità personali: man mano che la mia vita procedeva ho sempre seguito la regola che ciclo di vita e scelte operative dovessero essere sinergici e collaboranti. Se ci penso, forse la vera svolta professionale l’ho fatta prima ancora di essere mamma: ossia quando ho capito che i lavori che volevo fare avrebbero dovuto essere in sintonia con la mia vita personale. Inoltre, dovevano essere “colorati”: nel mio pensiero divergente, significa semplicemente che mi potessero dare soddisfazione e avere un significato per me. Anche se, di fatto, ciò equivale spesso a intraprendere un percorso meno “in ascesa”, abbandonare l’idea tradizionale della “carriera” e … guadagnare meno (a meno di essere come fu Steve Jobs).
È stato un cambiamento radicale?
In parte ho già risposto: le mie scelte radicali rispetto a quello che poteva essere il naturale percorso lavorativo, considerato il mio background accademico (laurea in economia) le ho fatte, ma non in seguito alla maternità. Avevo già in mente che il lavoro adatto a me dovesse garantirmi di poter dedicare il giusto spazio a tutte le altre cose della vita che non sono il lavoro: l’amore in primis, gli affetti, la curiosità e le passioni. A queste si sono aggiunti, per mia fortuna, tre bellissimi figli in 4 anni e mezzo di “produzione in serie”.
Quali sono i pro e i contro della tua nuova attività?
FattoreFamiglia mi permette di interrogarmi spesso su quali possano essere i bisogni e gli interessi di una famiglia, con o senza figli, che voglia vivere bene il proprio tempo. Lavoriamo per poter offrire una visione non stereotipata della figura della mamma, del papà e della vita famigliare. Non sempre ci riusciamo: a volte la nostra Community ce lo fa capire con i commenti durante le dirette radio! Ma l’obiettivo è per noi chiaro. Per questo motivo è un pò difficile, soprattutto all’inizio, “staccare la testa” ed essere veramente presente nelle altre sfere della vita. Ho la fortuna, per quanto mi riguarda, di avere un marito che mi ricorda con pazienza, ma con fermezza, l’attenzione all’equilibrio e alle priorità. E, per prevenire le ire femministe (a volte anche delle mie socie), lo stesso faccio io nei suoi confronti…anche se, devo ammettere, ce n’è molto meno bisogno.
Con il nuovo lavoro, riesci a gestire meglio i ritmi familiari? Se sì, per quale motivo?
Un lavoro di questo genere, che comprende molte tipologie di attività diverse tra cui i momenti progettuali e creativi, l’attività redazionale, la gestione amministrativa e operativa, non è mai ripetitivo e standardizzato. Per questo motivo è obbligatorio imporsi una buona organizzazione altrimenti il rischio è, come dicevo prima, non staccare mai. Ovviamente, come tutti i lavori autonomi, ha il vantaggio di non dovere per forza sottostare a un orario predefinito. Ma questa caratteristica, se non si hanno bene in mente le priorità, può essere un’arma tagliente!
Un consiglio che daresti, sopra ogni altro, alle mamme che desidererebbero compiere un passo importante come il tuo?
Non so se definire importante il mio passo: mi sembra invece una naturale, seppur fortunata e facilitata dalle contingenze, evoluzione delle mie scelte precedenti. Quello che mi sento di dire alle mamme, neo-mamme o “in disuso” perchè i figli sono cresciuti e sembrano non aver più bisogno, è di cercare di concentrarsi per risolvere le eventuali difficoltà oggettive – per esempio, gli orari di lavoro che non si conciliano con la gestione della famiglia, oppure le situazioni di mobbing – e di considerare una ricchezza, e non un impedimento, l’avere dei figli e una famiglia. Non tutti hanno la possibilità, l’opportunità o il desiderio di lanciarsi in un’attività imprenditoriale: nel caso avvenga, il mio consiglio è cercare sempre di mantenere l’equilibrio, di vedere sempre il positivo, di dissimulare con elegante naturalezza le eroiche imprese multitasking e farla semplice: si vive senz’altro meglio!